Presentata la richiesta di convocazione del Consiglio Comunale per discutere la mozione
Sono passati quasi due mesi dalla sospensione delle attività didattiche in presenza avviata dalla Regione Campania e proseguita dal Comune di Avellino che ha bloccato, di fatto, il ritorno in classe degli alunni della scuola dell’infanzia e delle classi prime e seconde della scuola primaria fino a tutto il 22 dicembre.
Nonostante le norme nazionali e regionali permettessero il ripristino della didattica in presenza il Comune di Avellino ha ritenuto che non ci fossero le condizioni di sicurezza per la ripartenza.
Questo nonostante le ingenti risorse investite nell’adeguamento strutturale degli istituti scolastici cittadino con gravi conseguenze per i piccoli studenti e per le loro famiglie.
L’impressione, infatti, è che in oltre 60 giorni non sia fatto tutto quanto necessario per ristabilire le minime condizioni per il ritorno in classe in sicurezza della popolazione scolastica e che quindi non bastino i pochi giorni che restano fino al termine delle vacanze natalizie.
Da qui l’iniziativa dei consiglieri Francesco Iandolo (Avellino Prende Parte) e Luca Cipriano (Mai più) sostenuta dalle opposizioni consiliari per impegnare l’amministrazione comunale a una maggiore solerzia per preparare il ritorno in classe degli studenti dell’infanzia e delle prime due classi della primaria ma anche di tutte le altre scuole appena sarà consentito dalle norme nazionali e regionali.
Attenzione, quindi, rivolta alle misure strutturali realizzate e quante ancora devono essere fatte, ai dati degli screening sanitari e al coordinamento del servizio di trasporto pubblico locale.
È richiesto, infatti, di riferire periodicamente sulle questioni riguardanti la didattica in presenza e soprattutto di rendere noti – con estrema urgenza – le criticità emerse dall’ultima ordinanza circa le criticità dell’andamento del quadro epidemiologico locale.
Anche nella sospensiva del Tar, infatti – puntualmente snobbata dal sindaco con la nuova ordinanza – si sottolinea come il provvedimento impugnato non contiene alcun riferimento alle particolari situazioni “di peculiare criticità” che nell’ultimo provvedimento dell’amministrazione vengono menzionate solo genericamente.