L’incidente che nei giorni scorsi ha coinvolto l’assessore Luongo, risultato poi positivo all’alcoltest come riportato dagli organi di stampa, smette di essere un fatto privato nel momento in cui ad essere coinvolto non è un giovane autore di una, per quanto gravissima, “ragazzata” ma un amministratore con deleghe pesanti nella giunta di un comune capoluogo e volentieri avremmo fatto a meno di commentare se ci fossero state scuse o un segnale politico che invece non sono arrivati.
In un tempo dove i giovani non vengono valorizzati, sono continuamente criticati per il loro “stile di vita” e molto spesso vanno via dalla nostra città proprio perché non hanno spazi e luoghi adeguati nel quale far accrescere le proprie competenze e sperimentare i propri talenti, risulta paradossale che abbiamo scoperto di avere un Assessore alle Politiche Giovanili solo quando si rende protagonista di un tale episodio.
Non è una questione per cui fare i moralisti ma è una questione politica.
Se di qualunque altro giovane avremmo detto che l’episodio, nella sua estrema gravità, può essere ritenuto una ragazzata, fortunatamente senza conseguenze, per chi si è candidato a ricoprire un ruolo di rappresentanza e non solo è stato eletto ma ha avuto importanti responsabilità diventa invece una leggerezza da non potersi permettere. In una già fragile democrazia giammai bisogna dare adito che potrebbe succedere il contrario: una situazione, quindi, nella quale qualunque altro giovane sarebbe stato mandato al patibolo dell’opinione pubblica simbolo di una gioventù bruciata mentre per un “giovane potente” si minimizza, si relativizza, si cerca di passare sotto silenzio.
E al centro del dibattito devono finire non tanto i giudizi, che spettano a ben altra autorità morale o giudiziaria, ma proprio quelle Politiche Giovanili che l’assessore dovrebbe guidare e che invece fanno segnare lo zero assoluto in questi oltre due anni di amministrazione. Le stesse Politiche Giovanili che per natura dovrebbero “promuovere la partecipazione dei giovani alla vita civica e democratica e sostenere l’emancipazione dei giovani attraverso la qualità, l’innovazione e il riconoscimento dell’animazione socioeducativa” (dalla Strategia dell’Unione europea per la gioventù 2019-2027: mobilitare, collegare e responsabilizzare i giovani) e che quindi rappresentano il programma delle istituzioni stesse anche nel contrasto all’abuso di alcool, droghe attraverso un nuovo protagonismo dei giovani.
Protagonismo che in questa città viene puntualmente negato a causa dell’assenza di un Forum dei Giovani per cui, nonostante le pressioni di consiglieri comunali e dei giovani stessi, non è stato portato in aula nemmeno il Regolamento da modificare e propedeutico per indire le nuove elezioni. Uno spazio di partecipazione e democrazia che l’assessore conosce bene per averlo guidato negli anni precedenti. Così come conosce bene il progetto Jump finanziato con Benessere Giovani dalla Regione Campania che ha animato il Casino del Principe e per il quale questa amministrazione non si è fatta scrupoli di concludere l’esperienza senza dare un immediato futuro a quell’esperienza né tanto meno a quello spazio restituito alla città. Fa specie proprio che quando sono stati quei ragazzi a sbagliare, a commettere una leggerezza, sono stati subito additati e gli è stato dato il ben servito, senza appello, nonostante si fossero assunti le responsabilità e abbiano affrontato le conseguenze senza cercare scorciatoie.
Se le Politiche Giovanili stanno a zero, quindi, non è solo colpa della pandemia che non ha permesso di fare, ma è mancanza di un progetto e di un programma per dare voce ai giovani di questa città insieme alle ragazze e ai ragazzi che in questa città trascorrono la maggior parte del proprio tempo. Un vuoto a cui fa da contraltare la condotta e l’esempio negativo, l’idea del potere che soverchia e silenzia, la contraddizione di un comune che da un lato promuove con ingenti finanziamenti campagne contro l’uso di alcool e la movida – senza interrogarsi su cosa voglia dire fare cultura e aggregazione – e dall’altro da ben altro esempio di se.
È per questo che l’Assessore non può che rimettere le deleghe al sindaco, senza aspettare altro tempo. Non può passare il principio secondo il quale chi gestisce il potere può tutto senza assumersi le responsabilità delle proprie azioni. L’assessore deve dimettersi per opportunità politica e per dignità personale. Lo deve fare chiedendo scusa alla città e a chi ha pensato che, nonostante e grazie alla sua giovane età, potesse essere un esempio di impegno e protagonismo che oggi non può più interpretare.
A prescindere dalle valutazioni che ciascuno dei protagonisti di questa vicenda farà riteniamo indispensabile riportare il dibattito politico sul tema nel luogo ad esso deputato. Chiederemo, quindi, nelle prossime ore la convocazione di seduta consiliare monotematica sulle Politiche Giovanili in città perché c’è bisogno di aprire una nuova stagione di protagonismo e di impegno delle giovani generazioni che non possono più aspettare.
I consiglieri
Francesco Iandolo
Luca Cipriano
Marietta Giordano
Ettore Iacovacci
Franco Russo
Nicola Giordano
Amalio Santoro